Carenza di autisti, la Filt Cgil ad Arriva: «Innalzare il parametro d’ingresso»

Alzare il parametro di inquadramento d’ingresso per i neo assunti per rendere più appetibile per i giovani il lavoro di autista. È la proposta lanciata dalla Filt Cgil alla direzione del personale di Arriva Udine, come possibile strategia per contrastare i crescenti problemi di carenza di personale, e in particolare di autisti. Ad avanzarla, a nome della segreteria provinciale della Filt di Udine, Nicola Lauzzana e Palmiro Savoldelli, preoccupati per le carenze di organico, che nel corso degli anni, scrivono, «hanno prodotto situazioni di forte sofferenza e conflittualità nel personale di guida e non solo».

Molteplici le criticità a più riprese segnalate sia dalle segreterie territoriali dei sindacati di categoria che dai delegati. «Turni pesanti con nastri lavorativi che arrivano a superare le 14 ore, vetture che a volte complicano ulteriormente la giornata lavorativa degli autisti in quanto non perfettamente efficienti, una retribuzione non adeguata al costo della vita, in particolare per i parametri di ingresso, l’impossibilità di fruire dei recuperi e delle ferie in caso di necessità familiari, un pesante squilibrio tra il tempo dedicato al lavoro e le attività dedicate alla famiglia e agli interessi personali, e infine, ultimo ma non certo meno importante, il crescente rischio di aggressioni verbali e fisiche cui è sottoposto il personale viaggiante». Ulteriore fonte di preoccupazione, in questo quadro, l’ormai prossimo avvio dell’anno scolastico 2024-2025, che aggraverà le difficoltà nella gestione del personale e dei turni.

Ecco perché la Cgil chiede di individuare soluzioni che consentano di «tutelare e ridare dignità alla figura dell’operatore di esercizio, ripensando il rapporto produttività-salari e l’equilibrio tra orari di lavoro e vita privata, dato che ormai da anni sono diventati inconciliabili». Se è vero che quello delle retribuzioni è solo uno dei problemi da risolvere, osservano Lauzzana e Savoldelli, è sicuramente uno degli aspetti che maggiormente incidono sulla scarsa attrattività della professione. Da qui la proposta di innalzare (nello specifico da 140 a 158) il parametro d’ingresso per i nuovi assunti, misura già adottata da altre aziende pubbliche di trasporto italiane nel tentativo di combattere la carenza di autisti e di rendere più attrattiva questa professione per i giovani. «Non un rimedio estremo – concludono Lauzzana e Savoldelli – ma piuttosto il segnale di un cambio di rotta necessario non solo per restituire dignità a questo lavoro, ma anche per ribadire e rilanciare il ruolo centrale del trasporto pubblico locale come servizio essenziale per la comunità regionale e per i cittadini».