Udine, per far partire le navette elettriche in centro servono assunzioni
Non sono le assenze degli autisti per Covid la causa della mancata attivazione delle corse con navette elettriche in centro a Udine. Se il servizio non è partito, questo è dovuto alle croniche assenze di autisti, non solo nel territorio del capoluogo friulano, legate alla «insufficiente politica di adeguamento degli organici da parte di Arriva». È quanto scrivono in una nota unitaria le segreterie territoriali dei sindacati del trasporto pubblico locale Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal, che intervengono sui temi sollevati da un articolo uscito sul Messaggero Veneto di domenica. Dietro alla situazione, scrivono Nicola Lauzzana (Cgil), Romano Tarlao (Cisl), Enrico Minoia (Uil) e Luca Colussi (Cisal), «la scarsa attrattività di questo lavoro, particolarmente stressante visto la responsabilità sulla sicurezza delle persone trasportate e sulla sicurezza stradale, e alle basse retribuzioni». Retribuzioni, proseguono, «molto inferiori a quelle previste per professionalità simili e che sono un evidente disincentivo a iniziare questo mestiere, si pensi ai 1.100 euro di paga dei più giovani».
Le assenze legate al Covid, concludono i sindacati, sono ormai ridotte a poche unità e non sarà il ritorno di questi autisti a garantire l’avvio del nuovo servizio. «Se bisogna garantire servizi aggiuntivi ““ scrivono gli esponenti di Cgil, Cisl, Uil e Cisal ““ bisogna reperire nuovo personale. A proposito di pandemia, piuttosto, sarebbe doveroso che tutti riconoscessero il ruolo dei lavoratori del trasporto pubblico, che hanno garantito la mobilità delle persone in condizioni davvero critiche, correndo rischi enormi per la propria salute e sopportando turni di lavoro molto più pesanti del solito a causa delle assenze».