Quarant’anni dal terremoto: Camusso, Furlan e Barbagallo a Gemona e Venzone
«La ricostruzione inizia dal lavoro». Questo lo slogan, con il verbo volutamente al presente, scelto da Cgil, Cisl e Uil per accompagnare la visita in Friuli di Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, che martedì 26 aprile saranno a Gemona e Venzone per celebrare il 40° anniversario del terremoto, rendendo omaggio alle vittime del sisma e al ruolo fondamentale svolto dal mondo del lavoro nella ricostruzione del Friuli.
«Oggi come allora ““ spiegano i segretari regionali Franco Belci, Giovanni Fania e Giacinto Menis ““ la spinta deve arrivare dal lavoro: non c’è uscita dalla crisi senza un recupero dell’occupazione e senza una prospettiva di futuro per le nuove generazioni». Questo il messaggio che lanceranno anche i numeri uno delle confederazioni con la loro visita, che prevede due tappe: la prima a Gemona, alle 10.30, con la deposizione di una corona d’alloro alla stele dei lavoratori delle Manifatture (nel piazzale dell’omonimo centro commerciale) uccisi dalla scossa del 6 maggio 1976, la seconda a Venzone, a partire dalle 11, con un cerimonia di commemorazione che si terrà nella piazza del municipio (o nella sala consiliare in caso di maltempo).
Si tratta della terza visita unitaria dei tre leader confederali in regione a partire dal 2004, quando Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti celebrarono a Gorizia il Primo Maggio, per salutare l’allargamento a est dell’Unione Europea. Sempre in occasione della Festa del Lavoro la seconda presenza, nel 2014, quando fu Pordenone la sede del corteo nazionale, nel pieno della vertenza Electrolux. L’arrivo di Camusso, Furlan e Barbagallo martedì prossimo è il riconoscimento dell’importanza che riveste anche per il movimento sindacale l’anniversario del terremoto del 1976.
Quarant’anni dopo, il Friuli è atteso a un’altra sfida epocale, quella della ripresa dopo la peggiore crisi del dopoguerra, che ha colpito duramente anche la nostra regione e in particolare la provincia di Udine, dove sono ben 17mila i posti di lavoro persi dal 2008 al 2015, come rimarcano i segretari territoriali Villiam Pezzetta (Cisl Udine), Ferdinando Ceschia (Uil), e Franco Colautti (Cisl Alto Friuli). «L’arrivo dei tre segretari generali ““ spiegano ““ vuole anche essere un appello per una nuova ricostruzione, che sappia invertire la rotta verso un declino non soltanto economico e occupazionale, ma anche demografico, soprattutto per il territorio montano. Se vogliamo vincere anche questa sfida dobbiamo ritrovare la stessa unità d’intenti che caratterizzò il dopo terremoto, un’esperienza che ancora oggi, a quarant’anni di distanza, è considerata un modello vincente per solidarietà , abnegazione e decentramento organizzativo».
«Oggi come allora ““ spiegano i segretari regionali Franco Belci, Giovanni Fania e Giacinto Menis ““ la spinta deve arrivare dal lavoro: non c’è uscita dalla crisi senza un recupero dell’occupazione e senza una prospettiva di futuro per le nuove generazioni». Questo il messaggio che lanceranno anche i numeri uno delle confederazioni con la loro visita, che prevede due tappe: la prima a Gemona, alle 10.30, con la deposizione di una corona d’alloro alla stele dei lavoratori delle Manifatture (nel piazzale dell’omonimo centro commerciale) uccisi dalla scossa del 6 maggio 1976, la seconda a Venzone, a partire dalle 11, con un cerimonia di commemorazione che si terrà nella piazza del municipio (o nella sala consiliare in caso di maltempo).
Si tratta della terza visita unitaria dei tre leader confederali in regione a partire dal 2004, quando Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti celebrarono a Gorizia il Primo Maggio, per salutare l’allargamento a est dell’Unione Europea. Sempre in occasione della Festa del Lavoro la seconda presenza, nel 2014, quando fu Pordenone la sede del corteo nazionale, nel pieno della vertenza Electrolux. L’arrivo di Camusso, Furlan e Barbagallo martedì prossimo è il riconoscimento dell’importanza che riveste anche per il movimento sindacale l’anniversario del terremoto del 1976.
Quarant’anni dopo, il Friuli è atteso a un’altra sfida epocale, quella della ripresa dopo la peggiore crisi del dopoguerra, che ha colpito duramente anche la nostra regione e in particolare la provincia di Udine, dove sono ben 17mila i posti di lavoro persi dal 2008 al 2015, come rimarcano i segretari territoriali Villiam Pezzetta (Cisl Udine), Ferdinando Ceschia (Uil), e Franco Colautti (Cisl Alto Friuli). «L’arrivo dei tre segretari generali ““ spiegano ““ vuole anche essere un appello per una nuova ricostruzione, che sappia invertire la rotta verso un declino non soltanto economico e occupazionale, ma anche demografico, soprattutto per il territorio montano. Se vogliamo vincere anche questa sfida dobbiamo ritrovare la stessa unità d’intenti che caratterizzò il dopo terremoto, un’esperienza che ancora oggi, a quarant’anni di distanza, è considerata un modello vincente per solidarietà , abnegazione e decentramento organizzativo».