«Poste, un tavolo per la stabilizzazione dei precari»
«Stabilizzare urgentemente i lavoratori del centro recapito di Udine, perché il servizio è al collasso». A lanciare l’appello a Poste italiane è la Slc-Cgil, con il segretario provinciale Riccardo Uccheddu, che “gira” all’azienda le segnalazioni dei portalettere, preoccupati anche per la carenza di spazi adeguati e di mezzi. «I portalettere ““ spiega Uccheddu ““ denunciano l’impossibilità di muoversi all’interno del luogo di lavoro, a causa delle casse di corrispondenza e dei pacchi giacenti, carenze nella dotazione di mezzi e ritardi nelle manutenzioni, il tutto a fronte di una mole di lavoro che continua a crescere, con ripercussioni anche sulle condizioni di sicurezza».
Se a livello nazionale Poste italiane ha individuato 15.000 esuberi, Udine, spiega la Slc, è nella situazione opposta: «Non è su Udine ““ dichiara Uccheddu ““ che ci sono esuberi. Diversi sono i centri di distribuzione postale in provincia che non hanno personale sufficiente per coprire tutti i posti di lavoro attualmente esistenti, coperti dall’azienda ricorrendo alla flessibilità . Almeno questi posti, questa la nostra richiesta, devono essere oggetto di assunzioni stabili, anche in seguito alla nuova organizzazione, alla crescita dei volumi lavorati e agli esodi importanti degli ultimi anni».
La stabilizzazione dei precari, assieme all’adeguamento degli spazi e dei mezzi, è la condizione imprescindibile per tenere aperto il settore recapito. «Del resto ““ rimarca ancora Uccheddu ““ è impensabile gestire il servizio con personale a termine dopo le nuove regole imposte dal Decreto Dignità , così come è impensabile un ricorso sistematico alla flessibilità . L’uso di questo strumento non paga, perché porta ad accumulare arretrati di ferie enormi, che poi diventano ingestibili, oltre ad aumentare il rischio di infortuni e di patologie e stress».
L’appello finale è per l’apertura di un confronto con l’azienda su un nuovo piano di assunzioni: «Il Fvg ““ conclude Uccheddu ““ è stato in passato luogo di sperimentazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, grazie all’affidabilità dei suoi lavoratori. Oggi è tempo di un nuovo ed antico esperimento: la copertura degli organici con personale stabile e professionalizzato, quadri e dirigenti all’altezza di questo nome».