Orchestra sinfonica, ancora una volta pagano i lavoratori
Chi decide, cioè la Regione, conferma che, per l’ennesima volta nella storia dell’Orchestra sinfonica regionale, saranno soltanto i lavoratori. Se la vecchia associazione Mitteleuropa Orchestra, eclissatasi alla metà dello scorso aprile in fretta e furia lasciando i lavoratori a se stessi non avendo fondi propri ed essendo rimasta senza contributi regionali, non potrà pagare, la Regione non può semplicemente lavarsene le mani.
Esercitare legittimamente le proprie direttive politiche non vuol dire non tenere conto di quelle che saranno le ricadute. Mantenere fede unicamente alle proprie delibere è un comportamento pilatesco, con il risultato che a restare col cerino in mano sono coloro che fino all’ultimo si sono prodigati, pur senza paga, per continuare a fare quello che meglio gli riesce, ognuno nel suo ruolo ““ orchestrale o tecnico che fosse ““ ossia diffondere la conoscenza e la cultura musicale in Friuli Venezia Giulia.
Sono ormai più di vent’anni che questi lavoratori, anche se con un fisiologico ricambio, si sono visti rimettere in discussione ad ogni cambio di amministrazione, senza l’istituzione di una struttura stabile e professionale, ma sempre con contratti precari e futuro incerto. Senza contare quanto profetiche siano state le dichiarazioni, di renziana memoria, rivolte nell’aprile scorso dall’assessore regionale Gibelli alle organizzazioni sindacali: «State sereni» disse, e il risultato lo abbiamo visto.
Dopo essere stati pesantemente ridimensionati nel numero, per recuperare almeno parte di quanto loro dovuto i lavoratori dovranno attendere la chiusura di un fallimento non voluto e di cui non hanno nessuna responsabilità . Sapendo che il conto finale sarà certamente in perdita, l’auspicio è che il fondo di garanzia Inps permetta ai lavoratori di recuperare qualcosa delle retribuzioni arretrate e gli anni di Tfr. Ed è bene ricordare, a tale proposito, che la questione non riguarda soltanto i 17 lavora-tori che hanno perso il lavoro, ma anche tutti quelli, oltre 40, che sono stati riassorbiti nella nuova orchestra e chi ha fornito prestazioni occasionali nel corso dell’anno.
Apprendiamo dalla stampa che l’assessore, dopo aver evitato per sei mesi il confronto con i sindaca-ti, ha dichiarato che a luglio c’erano 200.000 euro nelle casse dell’associazione. Notizia utile a saper-si per il futuro curatore fallimentare, i lavoratori e le loro famiglie, ma sulla cui veridicità nutriamo seri dubbi, confermati dallo stesso liquidatore. Non capiamo poi a quale fake news l’assessore Gibelli si riferisca a proposito di quanto da noi affermato, visto che abbiamo esposto i semplici fatti. A meno che la fake news non consista proprio nell’avanzo di cassa da lei citato. La verità è che se ci fosse stata la volontà di mantenere fede agli impegni, sarebbe bastato rapportarsi con chi fino a pochi giorni fa era il legale rappresentante dell’associazione in liquidazione e onorare quella stessa delibera regionale che prevedeva di destinare 350.000 euro alla vecchia orchestra per l’attività 2019.
Andiamo oltre: qual è il vantaggio di continuare a chiudere e riaprire l’orchestra, con un aggravio di costi legati alla cessazione dell’attività e dei rapporti di lavoro? Si arriverà a un’istituzione autonoma che possa anche accedere ai finanziamenti del Fus e che diventi una realtà orchestrale stabile e importante per la cultura della nostra Regione, con valenza nazionale ed internazionale, o gli obiettivi sono altri?
Riccardo Uccheddu, Slc-Cgil Udine
Paolo Battaino, Uilcom-Uil Udine