Metalmeccanici, oltre le previsioni l’adesione allo sciopero
«Un’adesione straordinaria, che ha superato le nostre aspettative, con una partecipazione massiccia anche in aziende dove le percentuali di astensione dal lavoro erano storicamente basse». Il segretario regionale della Fiom Gianpaolo Roccasalva commenta così l’esito dello sciopero e delle manifestazioni collaterali organizzate dai sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, alla prima mobilitazione unitaria dopo otto anni, decisa con l’obiettivo di sbloccare la vertenza sul rinnovo del contratto, con presidi nelle fabbriche e nella nostra regione anche davanti alle sedi degli industriali di Udine e di Trieste.
«I lavoratori ““ prosegue Roccasalva ““ hanno compreso perfettamente qual è la posta in palio: non soltanto il rinnovo, ma il futuro stesso del contratto nazionale, negato da una proposta come quella di Federmeccanica, che rinonoscerebbe aumenti salariali solo al 5% delle aziende». A confermare la lettura della Fiom i primi dati sulle adesioni nelle singole aziende, che riguardano in prevalenza le province di Udine e Pordenone, dove le 4 ore di sciopero, contrariamente a Trieste e Gorizia, sono state proclamate al mattino.
Tra i dati salienti quello dell’Electrolux, dove lo sciopero ha bloccato l’attività del primo turno, con un’adesione totale dei dipendenti e un volantinaggio sulla Pontebbana, all’altezza dello stabilimento di Porcia. Macchine ferme anche alla Carli, sempre in provincia di Pordenone, alla Nunchi Steel e alla Maddalena in provincia di Udine. Percentuali tra il 90 e il 95% per Abs, Dl Radiators, Trametal (Udine), Savio e Siap (Pordenone), tra l’80 e l’85% per Oru (Udine), Electrolux Professional (Pordenone), Roen Est e Mw (Gorizia). Tra le grandi aziende da sottolineare anche il 60% della Pittini Nuova Metallurgica a Osoppo, il 70% della Fincantieri a Monfalcone, nel primo turno interessato dallo sciopero, e della Mangiarotti a Sedegliano. Per quanto riguarda la provincia di Trieste, l’astensione media nelle principali fabbriche si aggira attorno al 70%, per scendere al 50% nelle medie aziende.