Mercatone Uno, il tavolo al ministero riprende il 30 maggio
Non si arrendono al fallimento i 1800 lavoratori dei 55 punti vendita Shernon Holding ex Mercatone Uno. Oltre 200 dipendenti hanno preso parte al presidio sotto le finestre del ministero per lo Sviluppo economico, concomitante al confronto tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, la curatela fallimentare, i tre commissari straordinari, le Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e il ministro Luigi Di Maio, che ha confermato l’impegno del dicastero nel trovare una soluzione alla complicata vertenza. La riunione è aggiornata in sede tecnica il 30 maggio sempre presso il Mise.
Sul tavolo c’è la retrocessione all’amministrazione straordinaria, dopo la sentenza di fallimento di Shernon holding, da parte del competente Tribunale fallimentare di Milano. Il ritorno all’amministrazione straordinaria, cioè alla situazione antecedente all’agosto 2018, quando si perfezionò la cessione a Shernon holding, richiede l’intervento del Tribunale di Bologna, consentirebbe l’attivazione della cassa integrazione straordinaria,che i sindacati chiedono di attivare il prima possibile, nel rispetto dei tempi burocratici, garantendo momentaneamente un sussidio al reddito dei lavoratori in compartecipazione con le Regioni .
Sul tavolo c’è la retrocessione all’amministrazione straordinaria, dopo la sentenza di fallimento di Shernon holding, da parte del competente Tribunale fallimentare di Milano. Il ritorno all’amministrazione straordinaria, cioè alla situazione antecedente all’agosto 2018, quando si perfezionò la cessione a Shernon holding, richiede l’intervento del Tribunale di Bologna, consentirebbe l’attivazione della cassa integrazione straordinaria,che i sindacati chiedono di attivare il prima possibile, nel rispetto dei tempi burocratici, garantendo momentaneamente un sussidio al reddito dei lavoratori in compartecipazione con le Regioni .
Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs «qualsiasi soluzione in tal senso sarebbe solo temporanea, nella consapevolezza che quanto più tempo passerà con le serrande abbassate tanto più sarà difficile trovare soluzioni idonee a ridare fiducia e prospettiva ai lavoratori, ai clienti, ai fornitori e alle maestranze che per loro lavorano». E ancora «bisognerà ipotizzare soluzioni ed ogni possibile interlocuzione con operatori del settore, idonei ad evitare la vendita a spezzatino di un marchio storico della grande distribuzione organizzata». Fondamentale per i sindacati anche «il ruolo che potranno rivestire le Regioni per non disperdere la forza lavoro». Ogni possibile soluzione, concludono le tre sigle, verrà analizzata nella consapevolezza che i locali e la merce in questi contenuta insieme alla forza lavoro, contrariamente a quanto proposto dalla Shernon Holding nell’udienza del 23 maggio presso il Tribunale di Milano, torneranno in capo all’amministrazione straordinaria, e verrà esaminato dettagliatamente il piano industriale che qualsiasi operatore vorrà porre in campo».
In sede ministeriale il curatore fallimentare ha informato le organizzazioni sindacali in merito alla bozza di piano industriale presentato e non ritenuto affidabile. Shernon Holding intendeva infatti provvedere alla vendita degli immobili e ad una riduzione drastica dell’occupazione. I sindacati, che hanno chiesto al Mise di vigilare sull’evoluzione della vertenza, convergono su quelle che sono state le scelte del Tribunale di Milano e si rendono disponibili a una piena collaborazione, nella consapevolezza che si tratta di una situazione complessa e inedita e che necessità di trasparenza, sinergia e concretezza.
In sede ministeriale il curatore fallimentare ha informato le organizzazioni sindacali in merito alla bozza di piano industriale presentato e non ritenuto affidabile. Shernon Holding intendeva infatti provvedere alla vendita degli immobili e ad una riduzione drastica dell’occupazione. I sindacati, che hanno chiesto al Mise di vigilare sull’evoluzione della vertenza, convergono su quelle che sono state le scelte del Tribunale di Milano e si rendono disponibili a una piena collaborazione, nella consapevolezza che si tratta di una situazione complessa e inedita e che necessità di trasparenza, sinergia e concretezza.