«Mense scolastiche, tutelare sia gli utenti che i lavoratori»
«Un nuovo protocollo di gestione degli appalti di servizi, che possa definire le linee guide per la costruzione dei singoli capitolati nel segno dell’efficienza del servizio e della qualità occupazionale». È quanto chiede Ingrid Peres, responsabile del comparto appalti nella segreteria provinciale Filcams-Cgil, preoccupata per le nuove tensioni che stanno caratterizzando nelle ultime settimane i rapporti tra le famiglie, il Comune di Udine e la Ep Spa, la ditta titolare dell’appalto della ristorazione scolastica nel capoluogo friulano. «Ci preoccupa e ci rammarica ““ dichiara Peres ““ che vi siano ancora malumori sul servizio e che le azioni di protesta messe in campo in questi ultimi giorni coinvolgano anche le lavoratrici del servizio mensa, che svolgono al meglio il proprio compito e che hanno un rapporto diretto con i bambini, il corpo docente e le famiglie, mettendoci quotidianamente la faccia. Ricordiamo infatti che la riduzione del servizio equivale a minor lavoro con ripercussioni pesanti sugli orari e sul reddito del personale coinvolto, in un settore colpito da lunghi periodi di cassa integrazione causa Covid e caratterizzato da regimi di orario e livelli salariali già bassi».
Da qui la proposta di una revisione condivisa delle regole alla base dei capitolati d’appalto. «Non basta più monitorare l’appalto una volta aggiudicato ““ sostiene Peres ““ ma risulta sempre più fondamentale la condivisione dall’origine di regole e direttive tra tutti i soggetti coinvolti, ciascuno per quanto di propria competenza, al fine di costruire capitolati sostenibili dal punto di vista sociale ed economico». Quanto alla situazione venutasi a creare, la Filcams-Cgil ribadisce quanto già sostenuto nello scorso autunno, in occasione del confronto con la ditta e il comune, richiesto dalle organizzazioni sindacali dopo le problematiche emerse a inizio anno scolastico in seguito al cambio d’appalto. «In quell’occasione ““ ricorda ancora Peres ““ erano stati condivisi impegni importanti per arrivare all’obiettivo comune di un servizio di qualità , nella piena tutela sia degli utenti che dei lavoratori, anche a fronte delle importanti modifiche introdotte rispetto all’appalto precedente. Alla luce delle criticità nuovamente esplose nelle ultime settimane va chiarito che la ditta aggiudicataria opera sulla base di un capitolato predisposto dal Comune, che prevede tra le altre cose la possibilità di preparare i pasti in un centro cottura situato a non più di 45 minuti di percorrenza nelle scuole, riducendo drasticamente quanto l’impresa è chiamata a produrre nei singoli plessi. Precisato che questa non è una scelta organizzativa dell’impresa ma una condizione prevista dal Comune, dopo 8 mesi di servizio e di quotidiani adeguamenti legati ai protocolli covid, molti aspetti tecnici e organizzativi risultano migliorati».
Anche per questo la Cgil, ribadendo «preoccupazione e rammarico per le ripercussioni delle azioni di protesta sulle condizioni e sul reddito delle lavoratrici coinvolte», chiede di avviare un nuovo confronto tra le parti, «che può essere il primo passo avanti per individuare soluzioni durature nell’interesse di tutti per il presente e anche in vista del prossimo anno scolastico, toccando anche alcuni punti come la commissione mensa e la gestione delle segnalazioni, che potranno non sembrare problematiche sindacali, ma in realtà incidono fortemente sul lavoro del personale e sul quotidiano rapporto con gli utenti».