Friuli, si aggrava l’emergenza lavoro
Mille disoccupati in più in un anno, che portano a quasi 20mila persone l’esercito dei senza lavoro in provincia di Udine, più del doppio rispetto a prima della crisi, per un tasso di disoccupazione salito all’8,3% come dato medio del 2014, con un picco del 27,8% nella fascia 15-24 anni. Questo il quadro del mercato del lavoro in provincia, alla luce dei recentissimi dati Istat, aggiornati all’ultimo timestre dello scorso anno. «Un quadro che non solo non lascia intravedere alcun segnale di ripresa, soprattutto sul versante dell’occupazione, ma che addirittura si aggrava», ha dichiarato il segretario generale della Cgil Udine intervendendo a un seminario sul jobs act tenutosi nella sede della camera del lavoro friulana.
PERSI 13MILA POSTI. Unico dato positivo, o meglio non negativo, un numero di occupati stabile rispetto al 2013 a quota 216mila. «Ma l’Istat ha rivisto al ribasso anche i consuntivi degli anni precedenti ““ sottolinea Forabosco ““ e il conto rispetto al periodo pre-crisi resta pesantissimo, con oltre 13mila posti persi dal 2008. A pagarne le conseguenze soprattutto l’occupazione maschile, che paga per intero il saldo negativo, mentre tiene quella femminile, sia pure con un peso maggiore del part-time. Questo a testimonianza che a soffrire è soprattutto il manifatturiero, dove gli uomini sono in netta prevalenza». Da qui, per Forabosco, la necessità di accelerare l’attuazione del disegno di legge Rilancimpresa varato dalla Giunta regionale, «che pone giustamente al centro il sostegno del manifatturiero, vero motore della nostra economia, ma anche il settore che ha pagato il pedaggio più pesante alla crisi».
JOBS ACT. Se c’è attesa per le misure regionali, la Cgil conferma un giudizio profondamente negativo sul jobs act varato dal Governo nazionale e che ha visto nei giorni scorsi l’approvazione dei primi decreti attuativi. «La riforma ““ commenta Forabosco ““di sicuro faciliterà i licenziamenti, attraverso l’eliminazione dell’articolo 18, che rischia di determinare anche l’uscita di lavoratori tutelati da sostituire con altri senza garanzie contro i licenziamenti illegittimi. Quanto agli sgravi sulle nuove assunzioni con cntratto a tutele crescenti, avranno soprattutto un effetto immediato, ma di dubbia efficacia nel lungo periodo». Cgil scettica anche sui risultati in termini di lotta alla precarietà del lavoro e ai contratti atipici, «che stanno effettivamente registrando una riduzione nel breve periodo, ma non vengono eliminati da un disegno riformatore avviato già lo scorso anno ““ rimarca Forabosco ““ con la liberalizzazione di fatto dei contratti a termine, rinnovabili senza causale».
EMERGENZA GIOVANI. Una vera riforma, per la Cgil, doveva partire dorsi come primo obiettivo il rilancio dell’occupazione giovanile, che ha pagato alla crisi uno scotto pesantissimo anche in provincia: a Udine, infatti, la disoccupazione è aumentata di quasi sei punti in un solo anno nella fascia 15-24 anni, salendo al 27,8%, e di un punto nella fascia 25-34, dove si assesta all’11,9%. «Il triplo rispetto al 2008 ““ rimarca Forabosco ““ quando i due valori erano rispettivamente dell’8,6 e del 4,8%». Condizione imprescindibile per un’inversione di tendenza, per la Cgil, la modifica di quella riforma Fornero che ha aumentato esponenzialmente gli effetti della crisi sul lavoro giovanile, dal momento che il drastico spostamento in avanti dell’età pensionabile ha bloccato un turnover nella forza lavoro già fortemente rallentato dalla crisi.