Energia, nuove strategie per rilanciare il manifatturiero
Potenziare gli investimenti sulle reti, le cui inefficienze rischiano di vanificare i buoni livelli di sviluppo delle rinnovabili. Riconsiderare l’opzione rigassificatori, che potrebbero dare un contributo importante per ridurre la bolletta energetica delle nostre aziende e la nostra dipendenza dalle importazioni. E sostenere nuovi processi di sinergia tra le utility, che hanno visto un passaggio importante con la costituzione di AcegasAps-Amga, nuovo polo per le aggregazioni a Nordest del gruppo Hera e player strategico in vista delle future gare del gas nei sei ambiti regionali.
LINEE GUIDA. Queste, per la Cgil, le linee guida per le politiche energetiche di una regione chiamata a rivedere un piano energetico, quello approvato nel 2007, ormai superato e che richiede di ridefinire nuove strategie. A dirlo Giovanni Comparone ““ segretario regionale della Filctem, la categoria che rappresenta in Fvg quasi 2.500 lavoratori del comparto chimico-platico, tessile e delle utility ““in occasione di un convegno tenutosi a Udine stamattina, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente e all’energia Sara Vito, del sindaco di Udine Furio Honsell, dei rappresentanti di Caffaro, AcecasAps-Amga e Taghleef Industries.
BOLLETTA. Al centro dell’analisi della Filctem il rapporto tra energia e politiche industriali, «un tema che non viene affrontato dal piano Rilancimpresa, ma che risulta fondamentale per le prospettive di sviluppo delle nostre imprese». Le leve su cui intervenire, per la Cgil, sono sia quella dei costi, visto che la bolletta energetica a carico delle nostre imprese supera del 26% la media europea, sia quella della produzione, in costante deficit rispetto alla richiesta del nosto territorio.
I CONSUMI. Nonostante il calo medio nei consumi registrato nel 2013, e in ogni caso inferiore alla flessione che si è avuta a livello nazionale (vedi tabella), il deficit l’anno scorso è stato di 864 gigawatt, pari all’8,8% dei consumi, e le importazioni di energia proveniente dalla centrale nucleare slovena di Krsko è cresciuto di 1.460 gigawatt. Il decreto del Governo sul taglio del costo dell’energia alle Pmi (-10%), come ha spiegato Luca Barbetti della Filctem nazionale, è un passo positivo ma ancora insufficiente. «E che dovrebbe essere collocato ““ ha spiegato Barbetti ““ nell’ambito di un piano strategico sull’energia di cui invece non si vede traccia».
I PROGETTI. A livello regionale, da parte sua, la Cgil si è schierata per l’Elettrodotto Redipuglia Udine ovest, guarda con favore al progetto A2A sulla nuova centrale a carbone di Monfalcone, e ritiene che la centrale Elettra di Trieste, dopo l’acquisizione della Ferriera da parte del gruppo Arvedi, possa rappresentare una fonte di energia a basso costo, attrabverso il riutilizzo dei gas di risulta del processo siderurgico, e quindi un’opportunità per l’insediamento di nuove realtà industriali. Opportunità importanti anche a Torviscosa, grazie al progetto Halo di rilancio del polo chimico.
RIGASSIFICATORI. Vista la nostra strutturale dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia, per la Cgil andrebbe anche riconsiderato con attenzione il dossier rigassificatori, dopo il fallimento dei progetti off-shore e Zaule. «Seguiamo con interesse ““ ha aggiunto Comparone ““ anche la vicenda sul mini rigassificatore nell’area del Lisert, nella consapevolezza però che si tratta di soluzioni dall’impatto parziale e molto limitato, con il rischio di aprire la starda ad altre iniziative analoghe , singolarmente poco impattanti ma difficilmente gestibili nel loro insieme».
STRATEGIA. Quello che serve anche a livello regionale, per la Cgil, è una strategia coerente sull’energia, «con un disegno che leghi la difesa dell’ambiente con una visione generale di sviluppo di un manifatturiero che resta la spina dorsale della nostra economia, e nella consapevolezza che l’imnpatto ambientale non si può azzerare, ma va contenuto attraverso tutti gli investimenti necessari per ridurlo al minimo».