Crisi Kipre, inaccettabile il silenzio dell’azienda
Ancora nessuna possibile data utile ci è stata comunicata dall’azienda sull’incontro con le rappresentanze regionali, territoriali e le Rsu della Flai Cgil, dopo che la stessa Flai aveva immediatamente risposto, venerdì scorso, alla prima lettera ricevuta dall’azienda. Avevamo immediatamente indicato all’azienda alcune possibili date per l’apertura del tavolo, dando ampia disponibilità a indicarcene altre. Solo dagli organi di stampa, cosa che è ormai divenuta consuetudine in questa vicenda, abbiamo invece appreso dell’incontro, che ci risultava programmato per oggi, tra gli assessori competenti e l’azienda. Si tratta di un atteggiamento inaccettabile e senza precedenti.
Sono passati quasi venti giorni da quel 28 dicembre in cui esplose la vicenda: da allora abbiamo letto vari comunicati stampa pieni di buoni propositi, e il giorno 11 gennaio una lettera ufficiale di diponibilità ad incontrarci. Ma quella disponibilità non si è ad oggi tradotta in nulla di concreto. C’è necessita di un incontro urgente per dare un minimo di risposte alle centinaia di lavoratori interessati e alle loro famiglie, il cui futuro appare oggi appeso a un filo di speranza.
Se da un lato il pagamento degli stipendi di dicembre ha permesso di stemperare gli animi, contribuendo anche a rispondere alle esigenze più immediate dei lavoratori, resta l’esigenza improrogabile di un tavolo per gestire l’immediatezza. Gli stabilimenti di San Daniele e Trieste rischiano ormai il collasso, avendo ormai produzioni contate a giorni e legate al fatto che molti fornitori non consegnano più. Se non bastasse, nello stabilimento di San Daniele siamo venuti a conoscenza che un cliente importante, che produceva le famose vaschette, si è rivolto altrove per la produzione. Avremmo bisogno di capire, inoltre, cosa succede nelle aule del tribunale di Modena, e perché ancora non ci sia stata ancora la nomina di un commissario. Tutte domande che vorremmo fare ai professionisti che rappresentano l’azienda.
Se nei prossimi giorni non ci sarà indicata una data utile, decideremo assieme ai lavoratori iniziative di lotta a Udine e Trieste, eventualmente anche di carattere regionale. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, non si può permettere di perdere un’azienda che è parte della sua storia e che rappresenta, con la sua produzione, un’eccellenza del territorio. Per questo c’è bisogno che tutti, senza ulteriori rinvii, facciano la loro parte per uscire da questa situazione drammatica quanto paradossale.
Fabrizio Morocutti, segretario Flai Cgil Fvg