Giacomini alla guida del Sindacato pensionati di Udine
Ha un nuovo segretario provinciale il Sindacato pensionati Cgil di Udine. Si tratta di Natalino Giacomini, eletto a larghissima maggioranza (32 sì e 2 astenuti) dall’assemblea provinciale tenutasi ieri (mercoledì 10 giugno) a Tricesimo. Per Giacomini si tratta di un immediato ritorno all’impegno sindacale sul campo, a sole tre settimane di distanza dal suo addio alla Camera del lavoro di Udine, che ha guidato complessivamente per ben 13 anni, dal 1998 al 2006 e dal 2016 fino all’elezione del suo successore Emiliano Giareghi, lo scorso 18 maggio.
Anche per lo Spi provinciale si tratta di un cambio annunciato: il segretario uscente Enrico Barberi, in sella dal 2018, aveva infatti da tempo espresso al direttivo la volontà di lasciare l’incarico, per dedicare più tempo alla famiglia. Sotto la sua guida il Sindacato pensionati ha concluso un importante percorso di riorganizzazione degli organismi direttivi, con l’accorpamento delle precedenti otto leghe distrettuali in tre leghe territoriali, espressione di Alto, Medio e Basso Friuli. «Un apparato organizzativo più snello ““ spiega Barberi ““ ma senza alcun ridimensionamento della sua presenza sul territorio provinciale, con 45 presidi tra sedi comprensoriali, di lega, sportelli e recapiti, la maggior parte dei quali già riaperti o in fase di riapertura, anche se su appuntamento, dopo la fine dell’emergenza sanitaria».
A Giacomini il compito di difendere e possibilmente rafforzare questa presenza, in stretto contatto con la rete dei patronati, dei Caf e delle categorie del lavoro attivo. «L’altra grande sfida ““ spiega il neosegretario provinciale dello Spi ““ è quello di rilanciare i tavoli di confronto con i sindaci, i distretti e l’Asufc sui temi dei servizi socio sanitari, delle politiche per gli anziani e la famiglia, del fisco e delle tariffe locali, in stretto contatto con le organizzazioni confederali e con i pensionati Cisl e Uil. Solo rafforzando le tutele del welfare sul territorio da un lato e le politiche per il lavoro dall’altro, infatti, potremo superare un’emergenza sanitaria ed economica che incide in modo ancora pesante sulle condizioni delle famiglie e sulle prospettive di ripresa economica e occupazionale del Friuli, della regione e del Paese».