Stretta di Natale, le decisioni siano rapide. Ma serve senso di responsabilità da parte di tutti
Le discussioni degli ultimi giorni sugli affollamenti nelle città e nelle vie dello shopping ci impongono una serie di riflessioni, a maggior ragione nel periodo prefestivo. Lungi da noi offrire valutazioni sull’opportunità o meno di chiudere i pubblici esercizi e i negozi: spetta alla politica di decidere. Certo sarebbe auspicabile farlo in fretta, per consentire un minimo di programmazione e di organizzazione, non solo alle imprese ma anche a lavoratori e consumatori.
Quello che ci interessa oggi, però, è rivolgere un invito innanzitutto alle istituzioni locali, perché si adoperino per controllare in maniera attenta e puntuale che le norme di sicurezza vengano effettivamente rispettate. Se infatti è vero che le imprese, sia del commercio che della ristorazione, si sono adoperate per esporre la cartellonistica informativa alla clientela, dotare ogni entrata di igienizzante e indicare la capienza massima dei propri negozi, non tutte le realtà si adoperano per controllare che le misure vengano concretamente rispettate, dal numero di persone presenti all’interno dei locali al distanziamento tra i clienti, in particolare alle casse e ai banconi della distribuzione alimentare. Certo le imprese più piccole e meno strutturate potrebbero non avere la forza economica per potenziare gli organici o affidarsi a servizi esterni di sorveglianza, ma forse con maggiore lungimiranza e programmazione i Comuni avrebbero potuto stanziare risorse pubbliche ad hoc per supportare le aziende nella vigilanza. Risorse da indirizzare verso fini virtuosi, con una logica analoga a quella che dovrebbe caratterizzare, a nostro avviso, anche ogni forma di contributo pubblico alle imprese, condizionandola, per esempio, anche a obiettivi di mantenimento dei livelli occupazionali, soprattutto in futuro, quando verranno meno il blocco ai licenziamenti e il supporto degli ammortizzatori, o a criteri basati sul rispetto delle norme e dei contratti.
Anche le organizzazioni di categoria dovrebbero svolgere un ruolo di sensibilizzazione nei confronti dei propri associati, assumendo posizioni chiare e nette e contribuendo così alla normalizzazione di un settore spesso connotato da elementi di elusione e irregolarità . Ancora più importante il senso di responsabilità di cittadini e clienti, nella consapevolezza che in questa emergenza è dai comportamenti individuali di ciascuno di noi che dipende la salute nostra, dei nostri familiari, di chi lavora per assicurarci un servizio, di tutta la cittadinanza. Piccole accortezze fanno la differenza, se adottate da ciascuno di noi: non solo un costante e corretto utilizzo delle mascherine, il distanziamento all’interno dei negozi, l’igienizzazione delle mani, ma anche altri accorgimenti importanti non imposti dalle norme ma dettati dal buonsenso, come evitare gli orari e le giornate di punta, quando si è in grado di poter scegliere, riducendo il rischio di assembramenti e le code. Il futuro non dipende soltanto dagli altri, ma da ognuno di noi. E solo con l’impegno e il senso di responsabilità di tutti, istituzioni, politica, imprese, lavoratori e consumatori, potremo porre le basi per un 2021 all’insegna del rilancio, economico e occupazionale, e della crescita sostenibile, in particolare per quei settori che stanno pagando il prezzo più pesante a questa epocale emergenza.
Francesco Buonopane
Segretario regionale Filcams Cgil Fvg