«Commercio, ripensare il modello basato sulla deregulation»
«Il decreto che liberalizzato il settore a partire dal 2011 non ha fatto crescere né i consumi, né l’occupazione e in particolare quella di qualità , dal momento che l’aumento riguarda esclusivamente i contratti precari e i part-time forzati, né i consumi. Da qui l’esigenza di rivederne presupposti e contenuti, rilanciando anche una grande battaglia per la salvaguardia delle festività e in particolare di quelle civili e religiose, che andrebbero riconsegnate a chi lavora in tutta la loro valenza, senza essere ridotte soltanto a giornate da dedicare ai consumi». È quanto ha dichiarato oggi a Udine Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams-Cgil, la più importante categoria sindacale a livello nazionale nell’ambito del commercio e del terziario, con 550mila iscritti in Italia e quasi 8mila in Friuli Venezia Giulia. «Lavoratori ““ ha detto Gabrielli, intervenuta a Zugliano a un seminario su formazione e diritti organizzato dalla Filcams del Friuli Venezia Giulia”“ occupati in settori sempre più spesso toccati dalla crescita dei contratti atipici e precari, dei fenomeni di dumping contrattuale e di lavoro sottopagato».
«La modernità di un Paese ““ ha aggiunto Gabrielli ““ non si misura sui livelli di liberalizzazione del suo sistema della distribuzione, ma su altri parametri, come l’organizzazione delle città , i sistemi del trasporto pubblico, il rispetto di leggi e contratti. Ecco perché lanciamo anche a questo Governo, come abbiamo fatto con i precedenti, la sfida a rimettere mano a una norma, quella sulle liberalizzazioni, che sicuramente non ha dato gli esiti promessi ma ha avuto come principale effetto il peggioramento delle condizioni di lavoro nell’ambito della distribuzione».
Al Governo la Filcams chiede anche di affrontare il tema della concorrenza tra distribuzione tradizionale e commercio on-line: «Su questo tema ““ queste le parole di Gabrielli ““ i gruppi della distribuzione pongono un problema reale, ma sono quegli stessi soggetti che invocavano le liberalizzazioni, partendo dal presupposto errato che il mercato possa trovare da solo un equilibrio e le regole per una concorrenza alla pari. Non è così, e il tema delle regole è la chiave per affrontare anche le grandi questioni poste dalla crescita dei grandi player del commercio e del turismo on-line. Crediamo che sia giusto invocare regole uguali per tutti, a partire dalla parità di tassazione».