Referendum, non si ferma la mobilitazione della Cgil Udine
«L’esplosione dei voucher ha impedito la crescita di posti di lavoro strutturati, a tempo determinato o anche indeterminato, risultando un fattore di crescita della precarietà , di riduzione dei salari, dei diritti contrattuali e previdenziali dei lavoratori». È quanto ha ribadito il segretario generale della Cgil Udine Natalino Giacomini, aprendo l’attivo provinciale dei delegati tenutosi questa mattina al centro congressi dell’Enaip di Pasian di Prato. «I dati sui voucher ““ ha detto ancora Giacomini ““ ci dicono che in questa regione il ricorso ai buoni lavoro è cresciuto del 58% in due anni, e che dei 51mila lavoratori coinvolti oltre la metà , il 55%, ha i voucher come unica forma d’impiego. Questa forma di lavoro, inoltre, riguarda soprattutto le giovani generazioni, che invece faticano sempre più a trovare contratti tutelati. Ma un Paese che non offre ai giovani prospettive di un lavoro stabile e giustamente retribuito, e neppure di una pensione degna di questo nome, non può dirsi un Paese civile».
Da qui le accuse che il numero uno della Cgil friulana ha lanciato contro «la levata di scudi, dai toni a volte patetici», seguita al decreto legge che ha cancellato i voucher a partire dal 2018 e ripristinato la responsabilità in solido tra committente e datore di lavoro nella filiera degli appalti. «A chi grida contro l’abolizione dei voucher ““ ha detto ancora il segretario ““ ricordo che il jobs act prevede ben 46 tipi diversi di inquadramento, concepiti proprio, ci era stato spiegato, per rendere più flessibile la produzione alle esigenze del mercato. Quanto all’abolizione dei voucher, sosteniamo anche noi che il lavoro occasionale vada regolamentato, prevedendo il ricorso ai buoni in alcuni settori come l’ambito familiare e domestico, gli eventi sportivi e culturali, forse in agricoltura, se circoscritto all’ambito del lavoro stagionale».
Sulla stessa linea il numero uno della Cgil Fvg Villiam Pezzetta, che ha ribadito come la crescita abnorme dei voucher non sia un fenomeno marginale legato alla carenza di controlli, «ma la conseguenza diretta del modo in cui la legislazione ha stravolto l’impostazione iniziale dello strumento, divenuto ormai una scorciatoia per sostituire contratti di lavoro regolari, pagando un’ora di lavoro 10 anziché 20 euro, a scapito del fisco, dei diritti contrattuali e delle future pensioni del lavoratore, favorendo anche il dumping contrattuale e la copertura del lavoro nero».
Il decreto del Governo, in ogni caso, non ha fermato la campagna referendaria della Cgil: «I motori restano accesi ““ ha spiegato Giacomini ““ perché solo la conversione in legge del decreto, nella sua formulazione attuale, garantirà il risultato che ci siamo prefissi. Senza dimenticare che il nostro obiettivo finale è l’approvazione della Carta dei diritti universali del lavoro, la proposta di legge costituzionale già presentata in Parlamento attraverso la quale puntiamo a riscrivere e rinnovare lo Statuto dei lavoratori». Lungo questo percorso la Cgil conta di aprire un dibattito sulla realtà del mondo del lavoro, con il massimo coinvolgimento delle istituzioni, dell’associazionismo, della società civile. Tra gli obiettivi anche quello di un confronto con il mondo cattolico: «Intendiamo chiedere al vescovo di Udine un incontro ““ questo l’annuncio di Giacomini ““per avviare una discussione sui temi del lavoro, prendendo spunto anche dalle preoccupazioni più volte espresse dal Papa per la crescita della disoccupazione, della precarietà e delle disuguaglianze sociali».
Da qui le accuse che il numero uno della Cgil friulana ha lanciato contro «la levata di scudi, dai toni a volte patetici», seguita al decreto legge che ha cancellato i voucher a partire dal 2018 e ripristinato la responsabilità in solido tra committente e datore di lavoro nella filiera degli appalti. «A chi grida contro l’abolizione dei voucher ““ ha detto ancora il segretario ““ ricordo che il jobs act prevede ben 46 tipi diversi di inquadramento, concepiti proprio, ci era stato spiegato, per rendere più flessibile la produzione alle esigenze del mercato. Quanto all’abolizione dei voucher, sosteniamo anche noi che il lavoro occasionale vada regolamentato, prevedendo il ricorso ai buoni in alcuni settori come l’ambito familiare e domestico, gli eventi sportivi e culturali, forse in agricoltura, se circoscritto all’ambito del lavoro stagionale».
Sulla stessa linea il numero uno della Cgil Fvg Villiam Pezzetta, che ha ribadito come la crescita abnorme dei voucher non sia un fenomeno marginale legato alla carenza di controlli, «ma la conseguenza diretta del modo in cui la legislazione ha stravolto l’impostazione iniziale dello strumento, divenuto ormai una scorciatoia per sostituire contratti di lavoro regolari, pagando un’ora di lavoro 10 anziché 20 euro, a scapito del fisco, dei diritti contrattuali e delle future pensioni del lavoratore, favorendo anche il dumping contrattuale e la copertura del lavoro nero».
Il decreto del Governo, in ogni caso, non ha fermato la campagna referendaria della Cgil: «I motori restano accesi ““ ha spiegato Giacomini ““ perché solo la conversione in legge del decreto, nella sua formulazione attuale, garantirà il risultato che ci siamo prefissi. Senza dimenticare che il nostro obiettivo finale è l’approvazione della Carta dei diritti universali del lavoro, la proposta di legge costituzionale già presentata in Parlamento attraverso la quale puntiamo a riscrivere e rinnovare lo Statuto dei lavoratori». Lungo questo percorso la Cgil conta di aprire un dibattito sulla realtà del mondo del lavoro, con il massimo coinvolgimento delle istituzioni, dell’associazionismo, della società civile. Tra gli obiettivi anche quello di un confronto con il mondo cattolico: «Intendiamo chiedere al vescovo di Udine un incontro ““ questo l’annuncio di Giacomini ““per avviare una discussione sui temi del lavoro, prendendo spunto anche dalle preoccupazioni più volte espresse dal Papa per la crescita della disoccupazione, della precarietà e delle disuguaglianze sociali».