Coopca, i sindacati “tifano” per il concordato
«Il percorso concorsuale, oggi come ieri,
rappresenta per Coopca la soluzione che auspichiamo. In caso di
fallimento, infatti, la conseguenza immediata sarebbe la messa in
mobilità dei 650 dipendenti, senza alcuna prospettiva di ammortizzatori
di tipo conservativo». Questo il messaggio che le segreterie confederali
e di categoria di Cgil, Cisl e Uil lanciano alla vigilia della
decisione del tribunale di Udine sull’ammissione dell’azienda al
concordato preventivo, attesa per domani.
L’avvio del percorso
concorsuale, secondo i sindacati, non aprirebbe soltanto la prospettiva
di un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti,
ma rappresenta anche l’unico strumento per evitare un aggravarsi della
situazione finanziaria e commerciale della cooperativa carnica, che
risulterebbe invece ulteriormente compromessa in caso di fallimento. A
ribadirlo, nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina a
Udine nel palazzo della Regione, i segretari regionali di categoria
Susanna Pellegrini (Filcams-Cgil), Paolo Duriavig (Fisascat-Cisl) e
Andrea Sappa (Uiltucs-Uil), assieme ai segretari generali della Cgil
Udine Alessandro Forabosco e della Cisl Alto Friuli Franco Colautti.
Consapevoli
che il ricorso al concordato passa inevitabilmente per una soluzione
spezzatino, i sindacati continuano a sollecitare l’apertura di un tavolo
regionale, con la partecipazione di tutte le realtà e di tutte le
centrali cooperative coinvolte, nessuna esclusa, nella ricerca del
massimo risultato possibile in termini di salvaguardia dell’occupazione,
degli asset, dell’avviamento commerciale di Coopca e del suo ruolo
economico e sociale: «Perché il fallimento della cooperativa ““ secondo
Forabosco e Colautti ““ sarebbe una sconfitta per un territorio già
duramente colpito dalla crisi e dello spopolamento, oltre segnare la
fine di un modello sociale nato più di un secolo fa come risposta ai
problemi della montagna».
Pur ribadendo con fermezza le pesante
responsabilità del management di Coopca, i sindacati ritendono
indispensabile anche la revisione su un modello distributivo basato
sulla crescita incontrollata della rete, che rappresenta per Cgil, Cisl e
Uil una delle cause non solo del dissesto di Coopca, ma anche delle
tante crisi che colpiscono il terziario in Fvg come altrove. Da qui
l’appello alla Regione e ai Comuni a un’inversione di tendenza, nella
ricerca di una regia pubblica delle politiche distributive e
commerciali, oggi esposta a una deregulation piena di rischi per
l’occupazione e il territorio.