Coopca, evitare le soluzioni spezzatino
La crisi di Coopca è indubbiamente una delle maggiori criticità occupazionali che in questo momento colpiscono il tessuto produttivo di un territorio particolare, la Carnia, ma che ha conseguenze pesanti sull’intera provincia di Udine.
La gravità della situazione ed i suoi risvolti, ancora non prevedibili, colpiscono innanzitutto 650 lavoratrici e lavoratori ma coinvolgono anche i fornitori, locali e non, e per la stessa natura cooperativa dell’Impresa che affonda le radici nel territorio e da esso trae forza e linfa, i risparmi dei soci prestatori, duemila dei quali (su tremila) cittadini della provincia di Udine dei quali 1.200 residenti in Alto Friuli e in Carnia.
Da cìò la drammaticità di questa crisi, industriale prima, sociale poi, che non può non esigere soluzioni complessive e attente a conservare, preservare e dare prospettive al territorio stesso. Se è fuori discussione che andranno ricercate le responsabilità manageriali, gestionali, morali, di questa crisi, il compito ora è di compattare il fronte delle istituzioni, regionali e locali, le parti sociali e il sistema cooperativo con lo scopo di ricercare soluzioni che evitino la frammentazione dell’impresa in una sorta di “spezzatino”.
Questo significherebbe la fine della cooperativa e l’impoverimento di un territorio gia’ storicamente fragile e scarsamente dotato di opportunità occupazionali senza dimenticare l’importanza del presidio sociale rappresentato dai punti vendita nelle piccole comunità della nostra montagna. Occorre quindi operare facendo sistema tra tutti i soggetti per assicurare la continuità dell’attività produttiva e occupazionale della cooperativa nonché per garantire il rimborso dei prestiti.
Abbiamo accolto positivamente l’impegno assunto dalla Regione nel proporre la creazione di una task force di persone capaci e competenti per affrontare la situazione e predisporre un serio e credibile piano industriale di rilancio chiedendo la costituzione di un tavolo di crisi permanente. In tal senso, le dimissioni di 4 componenti del cdasono un primo passo, anche se non esaustivo, verso una discontinuità con la passata gestione della cooperativa.
E’ di queste ore inoltre la notizia che non viene garantito il pagamento dell’intera tredicesima mensilità e dell’intera retribuzione di novembre ma solo i ratei decorrenti dalla data della presentazione dell’istanza concordataria, ossia dal 17 novembre. Considerando che molti lavoratori non sono riusciti neppure a ricevere la mensilità di ottobre, questo comporterebbe un ulteriore dramma per centinaia di lavoratrici e di lavoratori.
Chiediamo con fermezza alla cooperativa di adoperarsi per risolvere almeno questa vicenda. Non possiamo chiudere questo comunicato, però, senza invitare i consumatori a continuare a fare la spesa in Coopca, non solo per dimostrare la solidarietà e la vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori, unici a pagare, sempre, le scelte miopi e sbagliate della dirigenza e del cdA, ma anche per garantire incassi utili e preziosi soprattutto in un momento grave e delicato come questo.
Le segreterie provinciali Cgil-Cisl-Uil, Filcams-Fisascat-Uiltucs